LE PIETRE ROTOLANTI DELLA DEATH VALLEY

Le pietre che camminano

Benché non siano tra i più clamorosi misteri di questo pianeta, le “moving rocks” della Valle della Morte continuano a sfidare ogni spiegazione: sulla Playa asciutta e dura del Racetrack si vedono alcuni radi massi (oggi si fatica a localizzarne più di tre o quattro) e la maggior parte di essi è all’estremità di una traccia che fa pensare che abbia “camminato”, talvolta con andamento grosso modo rettilineo, talvolta circolare, sul letto della depressione. Ma, come se non bastasse, mistero nel mistero, nessuno può dire di aver mai visto queste pietre mentre si muovono!
I Rangers cercano di dissuadere i turisti dall’affrontare il Racetrack, anche perché le “moving rocks” sono poche e si suppone che qualcuno non esiti a rubarle come “souvenir”, visto che si trovano delle tracce che finiscono senza che all’estremità vi sia nulla; inoltre, incursioni di veicoli potrebbero guastare il paesaggio con tracce “spurie” di pneumatici.

Diciamo subito che il Racetrack è quanto mai suggestivo, indipendentemente dalle pietre, come del resto ogni parte del Deserto di Mojave, ma anche vedere di persona questi massi con la loro lunga traccia sul terreno di argilla secca non aiuta assolutamente a comprendere come si possa produrre il fenomeno.
Sembra quasi che si preferisca mantenere il mistero inviolato e, per quanto ne sappiamo, nessuno ha studiato a fondo le pietre che si muovono con adeguata strumentazione scientifica. I Rangers ripetono che non risulta che nessuno abbia mai potuto vedere il movimento delle pietre né misurarlo e, in effetti, non si può neppure essere del tutto certi che le rocce si muovano!
Sull’argomento non è facile trovare documentazione: sappiamo che nel 1969 Robert P. Sharp del California Institute of Technology iniziò uno studio accurato e prese in esame 25 rocce, delle quali periodicamente controllava la posizione. Una di esse aveva lasciato dietro di sé una traccia lunga 64 m. Tuttavia, le condizioni climatiche proibitive e la mancanza di sponsorizzazioni ufficiali all’impresa non hanno portato nessuno ad affrontare queste problematiche con gli unici mezzi che potrebbero dare un contributo determinante alla soluzione del mistero: telecamere fisse e rilevatori satellitari di posizione.

Tutto fa pensare che le pietre effettivamente si muovano ma, come abbiamo detto, non vi è alcuna testimonianza di ciò se non la traccia al suolo. Qualcuno ha detto che le teorie che sono state formulate per spiegare come si producano la traccia al suolo ed il movimento, apparente o reale che sia, sono tante quanti sono i geologi che se ne sono occupati. La teoria prevalente chiama in causa forti piogge (anche se in media sulla Death Valley non ci sono più di 50 mm l’anno di precipitazioni) che renderebbero viscido il fondo della Racetrack Playa; a questo punto forti venti potrebbero essere in grado di spingere le rocce, sia con moto rettilineo costante che con cambiamenti di direzione. Secondo Sharp se si potesse dimostrare che i movimenti delle pietre avvengono soprattutto nei mesi invernali, si potrebbe chiamare in causa uno strato di ghiaccio sulla superficie della Playa, in presenza del quale i forti venti che si incanalano tra i monti Amargosa e Panamint avrebbero buon gioco.
Questa spiegazione non è del tutto ineccepibile ma non chiama in causa ipotesi più fantasiose come terremoti o perturbazioni del campo magnetico. Per dovere di obiettività, bisogna riportare anche il parere dei più scettici: le pietre non si muovono affatto, se non quando qualcuno le trascina, per gioco, per burla, per continuare qualche antico rituale tribale dei nativi, gli indiani Panamint, o per mantenere viva un’importante attrazione turistica.

Vorrei aggiungere a questo articolo (che non e’ mio), che le pietre nel loro percosro evitano addirittura gli ostacoli, come arbusti o altre formazioni rocciose;
Si vede la traccia rettilinea che, una volta guinta nei pressi dell’ ostacolo, si curva ad hoc per superarlo.
Questo strano fenomeno fa’ parte dei cosiddetti fenomeni fortiani (da Fort che studio’ questo tipo di avvenimenti per primo);
altri fenomeni di tipo fortiano sono le piogge di rane, la caduta di massi di ghiaccio dal cielo, le pioggie rosso sangue , le discese apparenti (che in realta’ sono salite) ed altri fenomeni minori.
pier

Informazioni su angelbaby2009

A 9 anni di eta' ho avuto il mio primo avvistamento diretto, o, come direbbe un ufologo, IR2; un oggetto, che per ora non descrivo, ci e' passato sopra le teste, a 10 metri di quota, lasciando cadere dei filamenti incandescenti che si dissolvevano toccando il prato. Parlo al plurale perche' ero con una bambina in un giardino privato verso le 20,30 di sera e tali filamenti brillavano al crepuscolo e assomiglivano, nel colore, a polvere di braci. La cosa strana e' che ora ho due ricordi distinti di cio' che e' successo dopo e non so quale sia quello reale. Penso di aver vissuto un missing-time gia' allora. In eta' adolescienziale ho iniziato ad occuparmi di ufo e fenomeni connessi (fortiani, bvm, soli rotanti etc.), un po' per hobby ma col tempo e' diventata ferma determinazione. Infatto vent'anni fa' ho iniziato a scrivere dei saggi di xenopsicologia e rapporto forma/funzione negli ufo per la mitica S.U.F. (sezione ufologica fiorentina), saggi che inviavo al suo direttore, un padre dell' ufologia italiana assieme al compianto prof. Pierluigi Sani, il prof. Solas Boncompagni, clipeologo, ufologo e studioso di araldica. Tutta la mole dei miei scritti, verso il 1997, il professore decise di farla pubblicare a puntate sul giornale UFO NOTIZIARIO, allora diretto da Pinotti, sotto forma di sua personale intervista, per non coinvolgermi e garantire la mia privacy. Il progetto ando' a vuoto, per la divisione della redazione del giornale che si sdoppio' in due riviste(UFO NOTIZIARIO e UFO NETWORK) ed anche perche' Solas, ormai 80 enne, forse non aveva piu' tanta energia. Tutto cio' che ho scritto e' comunque ancora dentro di me, parola per parola ed adesso, grazie ad internet, comincero' a diffondere cio' che so, infischiandomene della privacy. Nel luglio del 1999 ho subìto , uso volontariamente questo termine, il mio primo contatto IR3 ed ho parlato faccia a faccia (e telepaticamente) con quelli che mi piace chiamare angeli, forse per la mia forte e radicata fede cristiana. Il rapporto con questa "etnia" e' ancora in corso e loro comunicano con me usando mezzi diversi, che mi viene suggerito di non rivelare, mentre nel 1999 il contatto fu fisico, nel senso che loro si presentarono a me con corpi fisici, presi a prestito, come ebbero a dire. Ieri su facebook, per la prima volta, alla richiesta di un' amica su cosa mi dicano gli "angeli", ho risposto rivelando le primissime domande che feci loro, dopo essermi reso pienamente conto di aver di fronte a me presenze provenienti da un mondo altro; anche se , grazie agli insegnamenti orientali, quella sera mantenni una freddezza che nessun uomo, credo, sarebbe riuscito a mantenere. Ecco le prime domante che ho rivolto a questi esseri celesti nel luglio 1999: 1-dove eravate al tempo della crocefissione di Gesu' ? Risposta : in quei tempi eravamo altrove. 2-nella vostra vera forma, visto che dite che questi corpi li avete preso a prestito, siete belli ? Risposta : siamo belli, si'. 3-perche' avete scelto proprio me ? Risposta : tu sei da sempre sulla pista da corsa, pronto a bruciare i records, ma inchiodato ai blocchi di partenza. Noi siamo qui per "allenarti". 4-siete voi a fare i cerchi nel grano ? Risposta : si', e' una forma di ipnosi leggera ma costante; gurdando attentamente le foto di quelle geometrie alcuni fra voi possono elevare il loro livello di coscenza, anche se solo chi si interessa alla ricerca della verita' , guardera' attentamente quelle foto: Poi e' il nostro mezzo di comunicazione con te e con altri. Questo e' tutto, per ora, ma durante 10 anni, anche se ad ondate, ho imparato da loro molte cose e sono convinto che loro abbiano imparato qualcosina da me. Mi hanno detto chiaramente chi sia il nemico da sconfiggere in una guerra silenziosa, per i primi anni, una guerra per ottenere informazioni, una guerra che coinvolgera' noi tutti e loro ed altre etnie estere. A molti, come a mio padre, parlare di queste cose da' un senso di repulsione poiche' la loro mente non e' in grado gia' a priori di "sbrogliare la matassa", ma a chi come me, non interessa sbrogliare niente, ma solo continuare a ricercare, calmi e sereni, in piena comunione con Cristo e con nostro Padre, Dio, la Persona Assoluta, le "cose ignote" non fanno alcuna paura,; poiche' il primo comandamento di Maria e' : "NON TEMERE !". Ed e' proprio in questa fede che ho scritto queste righe. pier
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